Il nostro Consiglio Pastorale a Santa Marta


La sintesi dell’Omelia di Papa Francesco

P_mariano3_smallDavvero Padre Mariano stavolta mi ha lasciato senza fiato, permettendomi di far parte di quel piccolissimo manipolo di 20 suoi collaboratori del Consiglio Pastorale a presenziare venerdì mattina 28 febbraio alla messa del Santo Padre a Santa Marta.
L’appuntamento era alle 6:30 in Parrocchia, e non essendo trapelato nulla prima della fatidica mattina, man mano che si avvicinavano i convocati si dipingeva la sorpresa sui volti dei presenti, che palesemente non avevano passato una notte di sonni tranquilli. Il mio pensiero era diviso e quasi combattuto tra la grande emozione all’idea di potermi avvicinare a Papa Francesco e la mia inadeguatezza a un così grande onore.

A casa avevo lasciato i bambini che ancora dormivano, e Guido che amorevolmente mi aveva preparato un bel caffè per darmi energia per affrontare questo momento così importante.
Formato il gruppetto, ci siamo incamminati verso l’ingresso a sinistra di Piazza San Pietro, incrociando i piccoli, sparuti gruppetti di fedeli mattinieri, oltre alle suore ed ai presbiteri coinvolti nel quotidiano vivere dentro il Vaticano.
Mi mancavano Guido ed i bambini, così come mancavano a tutti noi le tante persone della Parrocchia che avrebbero ben meritato di esserci, ma la legge dei numeri era inesorabile e una scelta – certamente a malincuore – era necessario fosse stata fatta da Padre Mariano, che adesso ci capitanava come sicuro nocchiero verso la residenza di Santa Marta. Tra le guardie svizzere all’ingresso abbiamo trovato Rita, che abbiamo canzonato esprimendole il sospetto che anche dentro San Pietro lei abbia una voce in capitolo autorevole. Poco prima di passare il confine – trafelati ma in tempo – ci han raggiunto anche Nadia e Rinaldo senza i quali non potevamo certamente presentarci al Papa!P_mariano2_small
Procedendo tra le mura antiche di San Pietro e le più recenti costruzioni sul suo fianco, alla fine abbiamo raggiunto la residenza (divenuta ora papale) di Santa Marta, con una apparenza di normale ospitalità alberghiera che pare inconcepibile con l’ospite che ci vive: le porte a vetri a scorrere, il tavolone della reception con le chiavi delle stanze, l’ampio atrio e la sala del ristorante. A fianco una rastrelliera per i cappotti: ci siamo predisposti alla messa in un allegro chiacchiericcio impaziente, per venire poi guidati dentro la cappella, dove tutto è bianco, lineare, semplice. Belli i marmi certamente, ma nessuna ostentazione, la Chiesa di Santa Marta si presenta come una tenda bianca e luminosa che si eleva a punta sopra le nostre teste; l’altare sul fondo ha un arredo minimale e sopra un bel crocifisso ligneo, che attira lo sguardo. In tutto la Chiesa ospita meno di cinquanta persone, noi compresi, tutti in religioso silenzio in attesa del Papa, che puntualissimo entra alle sette, da solo, e celebra la messa con a fianco proprio il nostro Parroco Padre Mariano! Con lui dalla Traspontina sono venuti a concelebrare anche Padre Gerardo, Padre Bruno, Padre Desireè e Padre Jossif, mentre l’onore di fare da Ministranti l’hanno avuto Mario e Sandro, per le letture ci sono state Lucettae Rita mentre Padre Jossif ha proclamato il vangelo. L’omelia del Papa è a braccio, e sulla scorta del brano del Vangelo che presenta la maliziosa richiesta di chiarimenti da parte dei farisei a Gesù sulla legittimità del ripudio, il Papa ci spiega come la risposta di Gesù sia stata quella di rifiutare di esaminare una casistica fredda e di mera teoria per proporre il grande disegno di Dio sulla creazione, che vede nel progetto di Dio al centro il matrimonio, l’unione dell’uomo e della donna come fecondo rinnovo della creazione. Chiara l’indicazione del Papa: gli insuccessi nella storia di amore dei nostri sfortunati fratelli e sorelle separati e divorziati non va condannata, e ancora meno deve portare al loro allontanamento, ma deve anzi farci aprire le braccia con misericordia, nell’accoglienza piena di amore e di comprensione per il loro dolore.
P_mariano1_smallTra i presenti c’erano alcune coppie del Carmelo Domestico, e quasi stupefatti ci siamo scambiati uno sguardo d’intesa: ben conosciamo questo discorso, tante volte affrontato con Padre Mariano!
Il Papa parla sommessamente, si sofferma spesso nella meditazione e nella preghiera che è intensa, soprattutto dopo finita la messa quando, levati i sacri paramenti, viene a sedersi a fianco di noi fedeli, a metà della cappella: io ho la grande fortuna di averlo seduto a meno di un paio di metri a fianco a me, e ciò mi ha permesso di osservarlo, con rispetto e discrezione, e cogliere l’evidente suo sforzo nella preghiera ad occhi chiusi, che gli ha persino arrossito le guance. Tenerissima e commovente la sua tenuta, semplice dalle scarpe – più da prete di campagna che da Papa – alla tonaca, ai segni del suo magistero quali l’anello piscatorio e la croce, entrambe di semplice argento.
Ero assolutamente senza parole, il cuore in gola quasi fermo nella gioia e nell’emozione, ed ancora di più sottosopra mi sono sentita quando, usciti tutti al termine della preghiera dalla cappella, nel mettermi in coda nell’atrio mi sono accorta con stupore che il Papa era lì ad attenderci, per salutarci uno ad uno, lui di persona!
Al fianco del Santo Padre si è fermato Padre Mariano per presentarci uno per uno, raccontando il nostro ruolo nella parrocchia. Nell’attesa in coda ero così stordita dall’emozione che invano cercavo di prepararmi una frase di saluto: cosa mai posso dire io a Papa Francesco, mi chiedevo, e non sapevo davvero che pesci pigliare, nonostante chi mi conosce sappia quanto io abbia la lingua sciolta! Beh, alla fine anche il mio momento è giunto, ho accennato a salutarlo come la mia nonna mi aveva insegnato per le visite del Vescovo alla mia parrocchia originaria, chinando il ginocchio destro e accostando la mano con l’anello che il Papa mi porgeva alle labbra per sfiorarla con un bacio di rispetto. Niente da fare, Papa Francesco m’ha acchiappata forte e tirata su con un sorriso, ed allora m’è venuto spontaneo prendergli con le due mani la sua destra, dicendogli di cuore la più banale delle cose “Sono davvero tanto felice di averla conosciuta e di aver letto le sue parole, e spero di imparare da Lei sempre di più”.
Mi sono poi allontanata raggiungendo i parrocchiani sulla porta, tutti coi lucciconi agli occhi, commossi e felici di aver potuto iniziare una giornata in un modo così speciale, profondo, bellissimo.
GruppoDopo la fotografia del gruppo sull’uscita di Santa Marta sono scappata, ed alle 8 ero già sul tram che mi portava in ufficio, incredula e ancora sottosopra, ed anche adesso che scrivo, domenica sera e casa silenziosa dopo aver messo a nanna i bambini, sento quel groppo in gola, quella felicità silenziosa e quasi segreta, da bimba serena, che da quella mattina mi sta accompagnando nel mio quotidiano.

3 commenti

  • Marco tramite Giulia

    Cara Giulia, ho letto con commozione il tuo ultimo scritto domenicale. Sono molto felice x te e credo tu ti sia distinta nel quotidiano x essere selezionata nel piccolo manipolo di persone della tua parrocchia. Purtroppo, io faccio parte di quella schiera di fratelli che hanno preso la dolorosa decisione di separarsi e, da credente e tuttora praticante (nonostante tutto) mi sento emarginato e tollerato dal mondo della Chiesa. Ho apprezzato molto le parole del Papa, ma, almeno x ora, sono una voce in un deserto di dura condanna, condanna che mi viene pure comminata con lacerante regolarità dalla mia mamma facendosi scudo dei principi e delle regole della Chiesa. Scusa lo sfogo, non è vittimismo, ma avevo piacere di trasmetterti il mio sentito, in modo che tu che operi da dentro il sistema, possa davvero aiutare il cambiamento che il Santo Padre ha così chiaramente indicato. Ti abbraccio forte e ti auguro una buona settimana. Marco

  • francesca

    incredibile!!!! giuli grazie!!! tramite le tue parole ho vissuto in minima parte, ma pur sempre emozionante la tua esperienza!!!!! come puoi immaginare il tema della predica in questo momento, che non ti nascondo è di grande dolore, mi ha molto toccata!
    vi abbraccio, francesca

  • Cara Giulia, mi sono commosso nel leggere il tuo report dell’incontro con il Papa, quasi fossi presente anche io. Grazie