Riunione del Carmelo Domestico del 17 gennaio 2014


Assieme a Padre Mariano, Nadia e Rinaldo ci troviamo nel salone parrocchiale in 7 coppie, e stavolta partecipa anche Padre Desirè. L’appuntamento è come sempre alle 21 del secondo venerdì. Il tema è la enciclica Deus Caritas Est già distribuita dal nostro Parroco a tutte le nostre famiglie. In questo testo si parla sostanzialmente dell’incarnazione di Gesù che diventa espressione dell’amore più completo, ed è unione di eros, agape e filia.
La relazione tra l’amore divino e l’amore umano vuole spingerci a passare dall’amore verso Dio sino all’amore verso tutti gli uomini. Parlare dell’amore di Dio è sia cosa altissima sia semplicissima, perchè Dio è amore!
Nell’enciclica si vuole fare chiarezza sull’uso del termine amore, che è estremamente ambiguo ed applicabile in ambiti e con sfumature diversisime.
Eros è l’amore carnale, che è spinto dalla passione e dal desiderio, finalizzato al sesso ma non solo a questo, e di tale potenza nei suoi impulsi da far perdere la testa. Un esempio ne è la fase dell’innamoramento. Filia è invece l’amore verso gli amici, la fratellanza tra gli esseri umani, sentimento aggregante tipicamente umano. Agape è amore fine a sè stesso, ovvero amore altruistico che mira solo all’amore stesso, senza secondi fini, è gioia di donare senza ricevere nulla in cambio. Questo tipo di amore trascendente e meraviglioso non è però l’unico presente in Dio, che ama anche con eros e filia. Ricordiamo la passione di Dio per il suo popolo, con tempestosa relazione nel tempo, e l’amore verso i discepoli di Cristo.
Ove abbiamo vissuto personalmente la meravigliosa esperienza di sentire l’amore di Dio per noi in questa totalità, col cuore , allora in noi la trasformazione è grande, la vita ne è stravolta e si segue con letizia l’esempio di Cristo. Il nostro spirito ha dimensione agapica, oblativa ed altruistica in sè, ma la componente terrena ci spinge al peccato, ossia sentiamo forte il desiderio del bene ma non riusciamo a metterlo in atto come vorremmo. L’incapacità di seguire il desiderio di amore è il peccato originale, il corpo chiede attenzione e ci rende evidente la nostra finitezza. Dopo il peccato c’è la vergogna, dall’amore agapico si passa all’amore di concupiscenza. L’ideale cui si vorrebbe tendere è perciò quello di ritornare all’unità di amore in eros, filia e agape. L’essenza del nostro cammino è giungere alla risurrezione dell’anima prima, e poi alla fine dei tempi anche alla ricostituzione dell’uomo perfetto come prima del peccato originale.
Calando il discorso nel matrimonio, la ricerca dell’amore come unità dei tre tipi sta da un lato nella scelta della esclusività nella coppia, e dal’altro nella durata “per sempre” della relazione tra uomo e donna. Questa la strada da seguire nel matrimonio!

Nella realizzazione di tale ideale, nel tendere ad esso, la coppia diventa icona di una famiglia davvero cristiana anche per chi sta intorno, icona dell’amore stesso di Dio umanamente posibile e realizzato. Non c’è in tal senso differenza alcuna tra amore divino e amore umano, dove si ritrovi l’unità di eros, agape e filia. Nello sposo la sposa vede Dio e lo ama, e viceversa: noi amiamo Dio attraverso il matrimonio.

Il prossimo appuntamento sarà venerdì 31 gennaio 2014, sempre alle 21.