Nuovi incontri per il Carmelo Domestico sulle risorse fondamentali delle coppie


Dopo aver esaminato il primo pilastro, rappresentato dalla contemplazione intesa come ascolto ed attenta apertura all’altro nel profondo rispetto delle diversità, è la volta del secondo pilastro, rappresentato dal silenzio.
Se indubbiamente nella coppia la condivisione è un valore, l’esagerazione è negativa, laddove si questiona su tutto e non c’è uno spazio per riflettere. Silenzio può voler dire rabbia covata, o giudizio negativo, o chiusura. Qui il lato positivo del silenzio che fa bene alla coppia è quello del lasciare spazio all’altro, ascoltarsi. E’ bello il silenzio davanti agli spettacoli della natura, come un tramonto, o durante le effusioni amorose. Il silenzio nella Bibbia si esprime quando Elia cerca di intuire dove è Dio, che non si trova in eventi sconvolgenti ma soltanto in una quasi impercettibile brezza: per ascoltare Dio è indispensabile fare silenzio, come diceva il Papa Emerito Benedetto XVI. In alcuni brani del Vangelo si dice come Gesù “fissava lo sguardo”, ossia affrontava l’altro con un approccio più intenso delle parole stesse. Anche nella coppia dobbiamo trovare qualche momento di silenzio, anche di preghiera. Siamo circondati costantemente da sollecitazioni visive, auditive, dallo stress della vita quotidiana, e non dobbiamo accontentarci di seguire la routine senza regalarci qualche pausa, perché lo stressa accumulato ci porta inconsapevolmente alla violenza, all’aggressività. Dobbiamo fermarci, e contemplare il silenzio per ascoltarlo: ci parlerà. Segue un piccolo questionario su come giudichiamo il silenzio, se bene o male, e una riflessione su come cercare di curare il silenzio della relazione di coppia in modo fruttifero.
Altro pilastro affrontato, il terzo, è quello della solitudine. Dobbiamo analizzare la nostra vita di coppia, per vedere se e dove c’è solitudine (situazione positiva, dove si ricerca il distacco ed il silenzio per guardarsi dentro, contemplare il tuo partner, etc.) e/o se c’è isolamento (situazione negativa dove crei una barriera tra te ed il partner).
C’è una contrapposizione netta tra l’isolamento e la solitudine, dove il primo è frutto della chiusura egoistica in sé stessi mentre la seconda è una ricerca di far spazio per la riflessione e la comprensione profonda di sé stessi e degli altri. E’ nella solitudine che il nostro cuore di pietra riesce a trasformarsi in un cuore di carne, aperto all’altro, nello sposo e in chi incontriamo nella nostra strada. Non c’è viceversa apertura all’altro se vogliamo avere sempre ragione noi, se cerchiamo di vendicarci negandoci all’altro, anche nella intimità sessuale, se cerchiamo di cambiare l’altro forzandolo. Questo è isolamento. Se riesco invece a stare in contatto sia con me stesso e sia con l’altro, di cui assaporiamo l’intimità, c’è la proficua solitudine.
In sostanza, l’isolamento nega la possibilità di aprirsi all’altro. La solitudine, invece, e’ un utile strumento o, meglio, condizione necessaria per riflettere, con l’ausilio della preghiera, e ritrovare l’altro, perdonare, perdonarci: se l’isolamento è egocentrico, la solitudine no, ha una finalità altruista.
Il prossimo incontro sarà venerdì 4 aprile 2014 sempre alle ore 21 nel salone parrocchiale. Vi aspettiamo!