E. Boaga: dal giornalino n° 3
Il territorio parrocchiale nel seicento
Dal giornalino n°3 – aprile 2011
Sul territorio sotto la giurisdizione della parrocchia, dopo il passaggio della parrocchia alla nuova Traspontina (1587) esiste una buona documentazione costituita soprattutto dagli stati delle anime, che il parroco compilava secondo il mandato del Concilio di Trento, e le visite pastorali. Da queste fonti, integrate con alcuni studi specifici, si riportano di seguito alcune notizie fondamentali sulle vicende la verso la basilica di S. Pietro e il Palazzo Apostolico. Le strade che costituivano questi assi erano: Borgo Vittorio (iniziato da Pio IV e terminato da Pio V, e così chiamato per la vittoria sui Turchi a Lepanto; era anche detto Borgo Leonino), Borgo Pio (iniziato da Pio IV nel 1565 e terminato da Gregorio XIII nel 1580), Borgo S. Angelo (prima via Sistina, allargata e allineata da Sisto IV nel 1475), Borgo Nuovo (antica Via Recta, con la Portica, o Via Pontificum, allargata e sistemata da Alessandro VI per l’anno santo 1500) e – separati dalla Spina di Borgo – Borgo Vecchio (antica Carriera Santa o Via Martyrum), Borgo S. Spirito (d’origine medievale, usato per il passaggio dei carri diretti a S. Pietro). Questo assetto restò sostanzialmente immutato fino a quando, dopo la presa di Roma da parte dello Stato Italiano, si iniziarono le demolizioni per la sistemazione dei Borghi e soprattutto con gli sventramenti e la scomparsa di Borgo Nuovo, della Spina e di Borgo Vecchio per realizzare l’attuale Via della Conciliazione.
Lungo i suindicati assi viari, intercalati da un dedalo di vicoli, sorgevano palazzi gentilizi, numerose case per la piccola borghesia, abitate da artigiani e commercianti che vi avevano le loro botteghe. Numerose anche le locande per i pellegrini che si aggiungevano ai noti ospizi o Scholae specialmente dei Sassoni e dei Frisoni, e non mancava un buon numero di osterie.
La prima descrizione precisa del territorio della parrocchia è fornita dallo stato delle anime del 1640. Il territorio parrocchiale comprendeva la zona, partendo da Porta di Castello, delimitata da: Borgo S. Angelo, vicolo dei Frati (ora via della Traspontina), Borgo Nuovo (ad angolo con via della Traspontina verso Castello), la Spina (tra i due Borghi Nuovo e Vecchio), e Borgo Vecchio (all’altezza dell’attuale via S. Pio X verso Castello) fino a Castello. Inoltre la parrocchia estendeva la sua giurisdizione all’interno di Castel S. Angelo, inglobava tutto il ponte Sant’Angelo e pure tutta la zona, allora campagna con vigne e rari casolari, ove attualmente sorge il rione Prati. Nel 1704 si dirà che arrivava fino a ponte Milvio escluso. Per tutto il Seicento il territorio parrocchiale rimaneva lo stesso, anche se non mancarono le difficoltà. Lo attestano la controversia sui confini mossa alla Traspontina dalla parrocchia di S. Giacomo e che a più riprese durò dal 1612 al 1720, e quella del 1660 con la parrocchia di S. Lazzaro dei Lebbrosi che pretendeva estendere la proprio giurisdizione sopra le vigne fuori Porta Castello. Nel 1621 la Traspontina risultava tra le più popolose delle 90 parrocchie romane, contando un totale di 1207 abitanti (compresi i pellegrini e forestieri ospitati nelle locande) e 280 case e famiglie.
p. Emanuele Boaga