Secondo Consiglio Pastorale del 10 Novembre 2015


puigPade Mariano apre il Consiglio Pastorale con la preghiera e poi ci illustra l’esperienza fatta, presso l’aula magna di San Giovanni ad Ottobre, con la partecipazione all’incontro di formazione tenuto da un teologo spagnolo, Don Armand Puig i Tàrrech, su iniziativa del Cardinale Vicario Agostino Vallini. Il tema era la pastorale di evangelizzazione a Roma, ed era indirizzato sia ai parroci e sia ai laici impegnati in Parrocchia.
Come comunicare il Vangelo in una grande metropoli come Roma? Viviamo in un tempo che ci spinge ad uscire e andare per le strade cercando chi cerca di dare un senso alla propria vita. Il senso della vita va mostrato a tutti, occorrono pastori che abbiano cuore ed occhi pieni di misericordia. Ci sono alcuni punti importanti: va ricercata la conversione pastorale tramite vie concrete e atteggiamenti importanti. Non basta fare una pastorale dentro la Parrocchia ma nei quartieri. Occorre sentire il senso di appartenenza, entrare nella vita della gente, nelle loro solitudini e nelle paure, nell’esperienza concreta. Occorre che laici e sacerdoti cambino mentalità perché non c’è più una cristianità dominante e diffusa, come quella nella quale siamo cresciuti, la Chiesa non è più un punto di riferimento per cui occorre far sentire la voce del Vangelo fuori, nelle strade, dappertutto. Occorre poi evitare due posizioni discutibili, ovvero la prima accettare questo tempo così come, adattandosi. Non è vero che non si può cambiare, è un errore il relativismo imperante perché non ha cuore e lascia l’uomo affidato solo a sé stesso, da solo. Il secondo errore sarebbe chiudersi nella Chiesa, assumere posizioni di clericalismo. Occorre fare spazio alla voce di Dio, riempirsene il cuore, con audacia e credendo alla forza attraente del Vangelo incontrando la gente.
Non si deve più partire dai nostri punti fermi ma dialogare, e avvicinarsi tramite la parola agli altri. Ci sono 7 strade per la conversione: 1) dobbimo fare una pastorale come rete, incrociando le tante città invisibili che si trovano a Roma, diffondendoci fuori dalla Parrocchia. E’ importante cancellare la diffidenza tra parrocchie, scuole, gruppi laici e di catechismo. Dobbiamo unirci con un linguaggio comune, ed il parroco divenire padre e non padrone. La via nr. 2 è visitare le case e incontrare le persone che ci vivono. Dobbiamo tutti uscire da casa nostra e con pazienza e fiducia andare nelle case degli altri, iniziando un dialogo di evangelizzazione ed accoglienza sia della Parrocchia e sia delle nostre case, con cordialità e simpatia. Identità cristiana ed empatia saranno le parole chiave, per trovare i segni dello Spirito Santo presenti in tutti, non solo nei cristiani: nessuno va disprezzato. La 3° via è trasformare la Parrocchia in un Santuario di Misericordia. Non è più maggioritria la comunità cristiana della città, ed occorre un rinnovamento: Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio dice che la Chiesa deve essere un faro, e il messaggio cristiano la contestazione della solitudine, la vera buona novella. La Chiesa deve essere il vero luogo santo di misericordia di chi non si chiude in se stesso ma prende su di sé gli altri, aiutandoli nella ricerca di sé stessi e del senso della vita. Momento cruciale è la liturgia domenicale in cui la parrocchia è più visibile e riconoscibile, memoria del risorto. 4° punto l’attenzione ai giovani ed agli anziani. I primi sono senza pastore, vanno amati e non giudicati, non lasciati da parte ma accolti. Non c’è modello nella figura genitoriale, perché i genitori cercano di fare a gara a chi è più giovane. Occorre ffetto paterno e materno per invitarli in Chiesa. Accanto ai giovani, la Parrocchia deve attenziobe ed amore anche agli anziani, che vanno visitati, occorre dedicare loro tempo ed attenzione. E’ da affrontare il problema degli anziani che – soli – non aprono la porta nelle benedizioni delle case ai sacerdoti. 5° punto, cercare l’incontro personale con i poveri, con i tanti volti resi silenziosi dall’anonimato. I poveri non hanno più diritti, sono esclusi e non fanno più parte della città, hanno figli non scolarizzati, sono senza tetto e profughi. Anche questi sono membra vive del popolo di Dio. In Traspontina distribuiamo 150 pacchi con la Caritas, rccogliendo nelle domeniche al supermercato derrate ed anche soldi. Dobbiamo ricordare che i poveri sono una bussola nella vita di Gesù, e devono diventarlo anche per noi cristiani impegnati! La 6° via è mettere il Vangelo al centro. Lì c’è già tutto: il Vangelo propone, spinge, rinnova, motiva la nostra missione, contagia con l’amor e deve essere al centro della nostra missione cristiana. La 7° via è la costituzione di comunità cristiane dentro la grande città formate da discepoli di Cristo, e la Parrocchia deve essere “cristofora”, portatrice del Vangelo come madre dei popoli e non limitandosi a discorsi rigidi e di chiusura.
Occorre passione per il Vangelo. L’anno scorso in Traspontina abbiamo comprato 1.500 copie del vangelo ma in pochi sono andati a chiederli al Parroco: manca la passione. Abbiamo visto la proposta di applicare concretamente tutte queste indicazioni: ci sono degli atteggiamenti per cambiare davvero, come per i pastori della Chiesa fare un atto di fede nel trasformare la città, di speranza per andare incontro a tutti, di carità perché negli uomini si ritrovi l’impronta di Dio. Bisogna passare da una cisione clericale ad una visione missionaria, con un dialogo paziente che susciti la fede nella città, che è da contemp,are per riconoscervi in essa Dio. Occorre vivere con responsabilità nella costruzione di una città diversa, al posto di quella in cui domina paura, odio, diseguaglianza, individualismo. Mafia e disoccupazione sfaldano e scardinano le maglie delle reti sociali, ma la Chiesa può capire la città e trasformarla, e Roma in particolare non deve perdere la sua carartteristica di Città Santa.
All’alba dei 50 annidal Concilio Vaticano II stiamo ora per iniziare l’Anno Santo della Misericordia. La Chiesa siamo noi e la Providenza ci sta chiedendo di essere soggetti della nuova luce che illumini tutti.
Ci sono molti punti di discussione in queste indicazioni, nella strada indicata per passare dalla pastorale sacramentale alla pastorale missionaria, e proseguiremo nell’esame più in dettaglio al prossimo Consiglio Pastorale.
Sottolineiamo la prossima festa della comunità parrocchiale intera per le Cresime che ci saranno il 22 novembre prossimo di 12 ragazzi. Stiamo ripulendo da 2 centimetri di sporco il baldacchino, ed occorre chiedere donazioni per supportare i costi. Seguirà il restauro delle porte della Transpontina.