Amoris Laetitia, commento sul quinto capitolo.


Domenica 12 febbraio alle 12 ci siamo trovati nel salone parrocchiale per parlare della fecondita’ dell’amore, non solo nella coppia e nel matrimonio. Certamente l’amore coniugale si riflette e si perpetua nei figli. Per nessun motivo dobbiamo dire al figlio che non era desiderato, perche’ comporterebbe profondissime ferite. E’ essenziale sia l’accoglienza del figlio sino dal suo concepimento, sia la sua custodia e cura in questa vita terrena, e sia la trasmissione della gioia della vita eterna come meta finale della vita stessa. E’ importante dare un nome al figlio, perche’ sara’ cio’ che lo identifica in questa e nell’altra vita. Ogni bambino e’ un progetto eterno di Dio, e’ irripetibile come individuo, unico, ed ha diritto all’amore dei suoi genitori come elemento fondante la sua autostima. L’amore di mamma e papa’, il loro esempio, e’ essenziale per far maturare bene l’individuo, e l’amore sia materno e sia paterno, la premura affettuosa della coppia, fa maturare correttamente la persona, la affettivita’ e la sessualita’. Spesso se nell’eta’ adolescenziale sorgono problemi, alla base ci sono proprio carenze e mancanze fisiche e/o psichiche nella figura paterna o materna durante l’infanzia. Anche nei problemi di coppia l’origine puo’ essere un mancato sviluppo omogeneo dovuto a carenze nell’esempio dei propri genitori.
Altro tema importante, quello della fecondita’ allargata. Laddove nella coppia non vengono i figli, gli sposi devono vivere la vita matrimoniale con tutti i suoi valori, allargando il raggio della propria missione al di la’ dei rapporti tra consanguinei, per esempio con l’adozione e l’affido, scelte difficili ma importanti specialmente dove supplisono all’abbandono dei minori. Il piccolo nucleo degli sposi deve poi inserirsi con generosita’ in una piu’ ampia famiglia, dove ci possono essere parenti soli, in difficolta’, malati, bisognosi di assistenza cure o anche solo compagnia. Ricordiamo che nelle tavole di Mose’ il quatro comandamento, quello sui genitori, e’ il primo subito dopo quelli dedicati a Dio, e cio’ sottolinea l’importanza dell’espressione dell’amore filiale verso i propri genitori. Tutti noi siamo figli, e non dobbiamo trascurare i nostri cari. Giovanni Paolo II ha “inventato” la giornata dedicata agli anziani, e dobbiamo percio’ essere consapevoli che l’indifferenza e l’insofferenza verso di loro non e’ coerente con l’essere cristiani. Curiamo l’amore verso la famiglia negli anziani, ma anche verso i fratelli, anche dopo la morte dei genitori e anche dove ci possono essere state liti per l’eredita’. Non dimentichiamoci chi non ha la gioia di avere una famiglia. Le ragazze madri, i separati e divorziati, i giovani oggetto di dipendenze, chi non ha trovato la persona giusta ed e’ solo, chi ha patito ingiustizie ed abusi, o violenza. Tutti loro devono essere per noi famiglia. Non dimentichiamoci neppure i suoceri, avviciniamoli perche’ e’ essenziale che la nostra famiglia sia la piu’ allargata possibile: questa e’ la vera fecondita’ che e’ richiesta alla coppia degli sposi!
Terremo il prossimo incontro sulla Amoris Laetitia domenica 26 febbraio, sempre nel salone dopo la messa delle 11. Non perdetevi questo prossimo prezioso appuntamento, perche’ riguarda le situazioni irregolari che sempre piu’ frequentemente ci circondano.

Relazione a cura di Giulia Pellegrini