Incontro sugli adolescenti dell’11 febbraio 2018


Terzo linguaggio d’amore il più difficile ma importantissimo, i momenti speciali. Occorre trovare il tempo per dare attenzione ai figli, perché solo così li preserviamo dall’ansia futura di chi è costantemente a caccia della attenzione degli altri. Dobbiamo far capire loro che sono al centro della nostra attenzione, con il linguaggio fisico ed a parole. Essenziale è ascoltarli, guardandoli negli occhi per far capire la nostra piena attenzione. Evitiamo lo sguardo assente, al cielo, o a terra. Ascoltare e basta, senza fare altro. Semmai chiediamo di finire quello che non è rimandabile per poter parlare dopo senza interruzioni. Anche il linguaggio del corpo deve essere osservato, come i pugni chiusi espressione di rabbia. Non interrompeteli, lasciateli finire, poi ponete domande riflessive tipo “mi sembra di capire che tu….”. Esprimiamo comprensione pur se dicendo le nostre idee e le nostre conclusioni. Il genitore vuole essere ascoltato ed allora chiediamoci se possiamo parlare. Chiedere il permesso cresce la loro autostima e prova il nostro rispetto per loro. No alla conflittualità nel dialogo, meglio la via propositiva e di condivisione. Cominciamo a parlare con “io penso….” Perché cominciare con il “tu….” porta ad allontanarci, come chiudere una porta al dialogo, con giudizi inappellabili. Parliamo se possibile sempre con l’io! Dobbiamo diventare insegnanti, non predicatori, sennò i consigli li chiederanno altrove. Ci può essere l’ira, e va affrontata è gestita. Dobbiamo dare le motivazioni e non usare autorità immotivata.
I ragazzi fanno molte attività e allora cerchiamo essere presenti, felici di esserci, per fargli sentire il nostro incoraggiamento, perché per noi loro sono più importanti di qualsiasi cosa.
I momenti speciali assieme vanno scelti tra gli interessi di nostro figlio, non nei nostri. Non servono viaggi costosi, settimane di vacanza, basta poco ma vanno cercate le cose che interessano il nostro adolescente. Spesso non parlano perché vogliono risolvere da soli i problemi. Forzarli o insistere non va bene, va fatto capire che siamo a loro disposizione, senza critiche. Non va sminuito alcun problema, non vanno zitti con rimproveri, senza ascoltare le loro motivazioni. Occorre attendere il momento giusto, quando ci chiameranno loro. I ragazzi hanno un centro importante nel gruppo, sostegno emozionale che i genitori non possono sostituire. I coetanei danno compagnia e divertimento, gli amici sono importanti. I loro programmi e progetti con gli amici vanno rispettati. Cerchiamo di organizzare assieme i giorni liberi, le vacanze, senza imposizioni.
Dedichiamo tempo ed attenzione ai figli, perché saranno momenti importantissimi per loro.
Siamo noi a dover condurre i giochi, noi ad avere la responsabilità di renderli i migliori futuri uomini e donne, maturi grazie all’amore che sapremo donare loro.

 

Giulia