E. Boaga: dal giornalino n°1


La Parrocchia dell’antica chiesa in Traspontina

Dal giornalino n°1 – Ottobre 2010

Difficile dire quando l’antica chiesa di Traspontina, che era diaconia non cardinalizia, sia diventata parrocchia. Sappiamo solo che nel 1186 un «sacerdote Ingo di S. Maria in Traspadina (Traspontina)»  era membro del collegio dei rettori della Fraternità Romana. Certamente in quegli anni esisteva già la parrocchia, perché da un documento di papa Innocenzo III in data 13 marzo 1198 si apprende che le tre chiese di S. Michele (odierna Ss: Michele e Magno), S. Maria in Sassia (oggi S. Spirito) e S. Maria in Traspadana (cioè Traspontina) – che in quel tempo erano le parrocchie di tutto il Borgo – fossero soggette ai canonici di S. Pietro, con obbligo per il clero di esse di intervenire alla benedizione del Crisma e degli Olii Santi e alla benedizione del Fonte nella basilica vaticana. Lo stesso papa Innocenzo III nell’ottobre del 1207 confermava lo «jus parrocchiale» del Capitolo Vaticano. Altre conferme si ebbero nel 1228 e nel 1360.

La parrocchia della Traspontina curava il territorio agli inizi della Città Leonina o Borgo, presso la mole Adriana e la zona di campagna con rari casolari a destra del Tevere fino a Ponte Milvio.

Nel 1295 presso la Traspontina venne costituito un collegio canonicale, formato da un solo arciprete, due canonici e due prebendari, rimanendo però sempre ridotta la «cura delle anime».

Durante il periodo dell’esilio del Papato in Avignone si ebbe un forte decadimento in ogni settore della vita civile e religiosa di Roma. È noto l’episodio accaduto nell’anno santo 1350, quando papa Clemente VI non si recò a Roma e mandò in sua vece il cardinale Annibaldi di Ceccano. Questi, «pomposo e pieno di vanagloria», si fece accompagnare da un seguito di uomini e cavalli e da un cammello. Presa stanza in Vaticano, il cammello fu posto in uno steccato sulla piazza di S. Pietro. Il comportamento del prelato suscitò una rivolta degli abitanti di Borgo. Il commendatore di S. Spirito riuscì a stento a sedarla, mentre alcuni balestrieri, postisi presso la chiesa di S, Lorenzo «in piscibus» (a cui si accede ora dalla Via Pfeiffer), cercarono vanamente di colpirlo e ucciderlo.

Tra il 1377 e il 1415, ossia durante lo Scisma d’Occidente, Borgo venne devastato da accaniti scontri tra le varie fazioni che si contendevano il dominio in particolare di Castel S. Angelo, che permetteva di avere il potere sulla città. Anche la chiesa della Traspontina fu teatro di scene di sangue e persino nel 409 sul suo campanile venne costruita una bertesca. Risultato di queste lotte in Borgo furono l’abbandono e la rovina di quasi tutte le case, lo sconvolgimento delle strade e il rarefarsi di pellegrini in visita alla basilica vaticana. Una prima spinta per il riassetto di Borgo venne dalle misure adottate da Eugenio IV nel 1437 con esonero fiscale per 25 anni a chi vi costruisse nuove case e botteghe. Ma il periodo di splendore della ripresa edilizia e urbanistica di Borgo in forme del Rinascimento iniziò con Sisto IV (1471-1484) e si consolidò con Alessandro VI (1492-1503).In questo contesto i Carmelitani insistevano presso papa Sisto IV per avere un altro convento in Roma e, con molta probabilità, interessando al progetto il Cardinale Protettore Giovanni Battista Cybo.

Questi, divenuto papa nel 1484 con il nome di Innocenzo VIII, il 13 novembre dello stesso anno concedeva ai Carmelitani la chiesa dell’antica Traspontina, e alcuni mesi dopo sopprimeva il collegio canonicale ivi residente e univa «pleno jure» la cura d’anime all’Ordine Carmelitano. La concessione, come attesta lo stesso papa, era fatta ammirando lo zelo apostolico dei frati dell’Ordine che erano in S. Martino ai Monti, e il fatto che a causa della scarsezza delle rendite che non ne permettevano la sopravvivenza, i canonici della Traspontina non potevano essere sufficienti a mantenere il culto della chiesa, allora fatiscente, e il servizio della parrocchia. Tuttavia il reale possesso venne preso dai carmelitani quattro anni dopo, incominciando subito i restauri della chiesa e la costruzione del convento, che dal 1498 iniziava ad ospitare la prima comunità formata da sette religiosi. Ai guai frequenti non solo alla chiesa ma anche a tutto Borgo provocati dalle inondazioni, ricordate in lapidi poste al fianco della porta centrale dell’antica Traspontina, si ebbero quelli della devastazione nel settembre 1526 ad opera delle truppe di Pompeo Colonna e Ugo Moncada in lotta contro Clemente VII. L’anno seguente furono gravissimi i danni con il Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi di Carlo V: furono devastate chiese e case e trucidati moltissimi inermi cittadini. Non si sa cosa avvenisse della Traspontina durante il Sacco. Però da allora si vide la necessità di demolire la Traspontina che per la sua troppa vicinanza al Castello impediva il libero tiro delle artiglierie. Fu così che Clemente VII nel 1532 invitava i Carmelitani a trasferirsi altrove. L’abilità del priore generale Nicola Audet riuscì ad evitare l’allontanamento dei carmelitani da Borgo.

Il 18 febbraio del 1564 il nuovo papa Pio IV concedeva ai Carmelitani il terreno situato più dentro la cittadella presso la Via Alessandrina e fuori dal territorio della parrocchia dell’antica Traspontina, per costruire la nuova, abbandonando la precedente.

Il primo marzo 1566 fu posta solennemente la prima pietra della nuova Traspontina, e finalmente si ebbe la sua inaugurazione ufficiale, con il trasferimento l’8 febbraio 1587 dalla vecchia alla nuova chiesa.

 

p. Emanuele Boaga