Non poteva mancare la visita alla vicina Betlemme, in Palestina, e alla Basilica della Natività: inginocchiati davanti alla stella d’argento, che segna il punto preciso della nascita di Gesù, abbiamo vissuto un momento commovente: qui Dio ci è apparso inerme, fragile, debole per scelta…ma è il Dio che noi amiamo proprio perché così imprevedibile, così vicino e così misteriosamente incontrabile!
Nell’Orto degli Ulivi, con i suoi alberi possenti e tormentati che testimoniano il luogo dell’abbandono, del pianto e dell’agonia di Gesù, ci siamo resi conto che, infondo, la Risurrezione inizia già qui, nel fallimento dei nostri progetti, nel credere che sia tutto perduto. Proprio qui, ironia della sorte, Dio ci fa risorgere, ci tira fuori dal fango, regalando pienezza alla nostra esistenza… e allora senti che il vuoto si fa infinito, l’assenza si fa certezza e prendiamo atto che il dolore, limite per eccellenza, non uccide ma trasfigura, non toglie ma scava un tunnel di luce nei recessi dell’anima.